Una breve guida alle specie di alberi segnalate lungo il percorso
Progetto a cura del Circolo Legambiente Valdera realizzato grazie al Comune di Bientina e alla Regione Toscana
Nome scientifico.Ulmus minor Mill. Famiglia: Ulmaceae Descrizione e caratteristiche. L’olmo minore o campestre, è una pianta di medie dimensioni, che può raggiungere anche i 30 m di altezza; è comunque un albero che produce numerosi polloni basali e, se tagliata, assume spesso l’aspetto di un arbusto fruticoso alto 4-5 metri. Le foglie sono sub-ovali e presentano la massima larghezza nella metà più vicina all’apice; l’attaccatura della lamina al picciolo è sfalsata, con un lato che si congiunge più vicino alla base dell’altro. La corteccia dei rami spesso presenta delle creste suberificate che danno un caratteristico aspetto. Il fiori sono ermafroditi, di colore verdastro e poco appariscenti, mentre il frutto è una samara di forma all’incirca ellittica, con il seme posto al centro; il peduncolo del frutto è molto breve (ed è un carattere distintivo di riconoscimento rispetto alle altre specie di olmo). Habitat. Specie dei boschi mesofili e mesoigrofili, è frequente nelle siepi, e ai margini dei boschi. Specie originariamente abbastanza comune in tutta Europa, l’olmo campestre negli ultimi anni si è molto rarefatto a causa di alcune malattie fungine e, in particolare della grafiosi che ha molto ridotto le popolazioni.
Nome scientifico.Acer campestre L. Famiglia: Sapindaceae Descrizione e caratteristiche. L’acero campestre, detto anche Testucchio, è una pianta di dimensioni medio piccole, con portamento spesso arbustivo, che solo raramente raggiunge i 20-25 metri di altezza: per questo i grandi esemplari di acero presenti al Bosco Tanali hanno notevole importanza botanica e conservazionistica. Le foglie, di colore verde brillante, presentano 5 (a volte 3) lobi e possiedono 5 nervature; sono leggermente pubescenti nella pagina inferiore ed hanno un lungo picciolo (più o meno quanto la lamina fogliare. Nella stagione autunnale tendono a colorarsi di giallo oro, fino al rossiccio. La corteccia, di un color color marrone-grigio-giallastro è fessurata in piccole placche rettangolari e, se scorticata, tende ad assumere tonalità arancio. I giovani rami di colore bruno e sono coperti da fine peluria, e ciò lo distingue da altri aceri italiani.Il fiori, di color verdognolo, possono essere sia ermafroditi che unisessuali, e sono riuniti in corimbi posti alla sommità dei rami. il frutto è una doppia samara (disamara), con le ali divaricate a 180° in direzioni opposte. Habitat. Specie dei boschi meso-termofili, frequentemente associato alle querce, in particolare Farnia e Rovere, è piuttosto rustica e tollerante anche climi più freschi e si può trovare anche a quote fino ai 1000 metri di altitudine. Non resiste invece a siccità troppo prolungate.
Nome scientifico.Populus alba L. Famiglia: Salicaceae Descrizione e caratteristiche. Il pioppo bianco è un albero ad accrescimento abbastanza veloce, con portamento eretto e larga chioma, che può raggiungere anche i 35 metri di altezza, ma difficilmente supera i cento anni di età. Gli esemplari presenti a Bosco Tanali sfiorano queste dimensioni. Le foglie hanno colore verde intenso nella pagina superiore e bianco tomentoso, con riflessi argentati, nella pagina inferiore, a causa di un feltro lanoso di peluria. La loro forma è variabile: quelle dei rami sterili sono più grandi, con lungo picciolo e generalmente divise in 5 lobi; le foglie dei rami fertili hanno invece forma più rotondo-ovale, con breve picciolo e margine lievemente dentato. La corteccia è di colore bianco o grigio chiaro (più scura alla base negli esemplari più grandi) e con evidenti lenticelle orizzontali, che tendono a circondare ad anello il tronco. Pianta dioica e presenta fiori maschili in amenti allungati di 8-10 che compaiono prima delle foglie, con antere di color porpora o giallo e brattee coperte di ciuffi di peli; i fiori femminili sono anch’essi amenti, assai più corti, con stimmi rosa e brattee fiorali anch'esse dentellate e pelose. I frutti sono capsule glabre e di forma più o meno conica, contenenti numerosi semi forniti di lunghi peli cotonosi (pappi): in primavera, attorno ai pioppi si trovano frequentemente matasse di semi cotonose, trasportate dal vento. Habitat. E’ una pianta che vive bene in luoghi umidi e spesso inondati, lungo il corso dei fiumi e sulle rive dei laghi e delle paludi, anche se è una pianta eliofila che ama la luce e cresce eretta verso l’alto, svettando anche al di sopra degli altri alberi alla ricerca dell’illuminazione solare.
Nome scientifico.Quercus robur L. Famiglia: Fagaceae Descrizione e caratteristiche. La farnia è una quercia di grandi dimensioni, a foglie caduche, che può raggiungere i 50 metri di altezza, con una chioma molto ampia e ramificazioni inferiori che si sviluppano anche quasi parallelamente al terreno. E’ un albero longevo (può vivere anche oltre 500 anni). L’esemplare più grande presente a Bosco Tanali si ritiene abbia più di 200 anni e sfiora i 5 metri di circonferenza. La corteccia è di colore marrone; più liscia negli esemplari giovani, percorsa da fessure allungate e divisa in scaglie nelle piante di oltre i 20 anni di età. I rametti del primo anni sono grigio-bruni, con aspetto lucido e presentano lenticelle. Il legno è ricco di tannini ed è molto resistente all’umidità: viene impiegato per mobili, per le botti da invecchiamento e nella cantieristica navale. Le foglie sono ovato-allungate e presentano 5-6 lobi per ogni lato. Il picciolo fogliare è molto corto e la lamina fogliare si attacca al picciolo sui due lati in maniera asimmetrica, formando due piccole “orecchiette” disuguali (è questo un carattere che distingue la farnia dalle altre querce). I fiori vengono prodotti in primavera avanzata, insieme alle nuove foglie. I fiori sono unisessuali (la pianta è monoica) e presentano dimorfismo sessuale: quelli maschili sono più vistosi, riuniti in amenti di 10-12 fiori; quelli femminili sono più brevi, con fiori più piccoli e riuniti 3-5 per volta. L’impollinazione è entomogama (il polline è trasportato dal vento). I frutti (ghiande), di colore verde-marrone, sono raggruppate a 2-4 per volta e sorrette da steli allungati (da cui l’appellativo “peduncolata”). La ghianda è allungata ed è coperta alla base (per circa ¼ della lunghezza) da una cupola formata da squame romboidali disposte ad embrice. Habitat. E’ una pianta tipica dei terreni profondi e freschi di pianura con falda superficiale, sopporta bene l’umidità ed anche temporanee inondazioni: insieme al frassino ossifillo, all’ontano nero e al carpino bianco è il principale componente delle foreste planiziali (Querco-Carpineti) che un tempo dominavano le vallate dei fiumi centroeuropei (compresa la Pianura Padana). Nelle zone periferiche del Padule di Bientina rappresenta quindi un’importante testimonianza della antica vegetazione forestale riparia che circondava l’ex lago di Bientina.
Nome scientifico.Alnus glutinosa L. Famiglia: Betulaceae Descrizione e caratteristiche. Laddove l’acqua permane più a lungo, troviamo l’ontano nero, un albero di medie dimensioni (raggiunge i 20-25 metri di altezza), spesso con aspetto pollonifero: si incontrano frequentemente ceppaie ceduate che hanno ricacciato 3-4 polloni che superano i 10-12 metri di altezza. Questo albero, a rapido accrescimento, difficilmente supera i 100 anni di età. La corteccia, nelle piante più giovani, è di colore verde grigio e fessurata da lenticelle; nelle piante più adulte diventa marrone e ricca di tannini, suddivisa in scaglie perché percorsa da numerose fessure superficiali. Il legno è piuttosto uniforme, giallo-rosa nella pianta fresca, diviene bruno-arrossato con la stagionatura. Il legno è resistentissimo all’umidità, mentre, esposto all’aria, si deteriora prematuramente: per questo viene da sempre utilizzato per palafitte e altro opere idrauliche immerse in acqua. E’ inoltre molto lavorabile con gli utensili e col tornio e viene usato per farne piccoli oggetti, come giocattoli, bastoni ed anche calzature in legno (è detto anche ”l’albero degli zoccoli”). Le foglie, sorrette da un picciolo di 1-1,5 cm, sono rotondo-ellittiche, con margine dentellato e con nervature evidenti. La pagina superiore della foglia è verde intenso e lucido, mentre la pagina inferiore è più chiara e po’ vischiosa al tatto, soprattutto negli alberi più giovani (da cui il termine “glutinosa”). I fiori sono unisessuali (la pianta è monoica) e presentano spiccato dimorfismo sessuale: quelli maschili sono riuniti in spighe pendule allungate, dette amenti, di colore prima verde e poi arrossato (già presenti in inverno ancora prima delle foglie); quelli femminili riuniti in 3-5 amenti peduncolati, più brevi e arrossati. Al momento della fruttificazione i brevi amenti femminili, impollinati dal vento, si trasformano in piccoli strobili ovali simili a piccole “pigne” di colore grigio-bruno con squame legnose, che a maturità lasciano cadere i semi alati (acheni). Habitat. E’ l’albero che più di ogni altro tollera suoli palustri ed inondati, con falda affiorante; in queste condizione forma popolamenti quasi puri (le ontanete dell'Alnion glutinosae) che si mantengono nel tempo fino a quando la falda idrica si mantiene superficiale. Nel Padule di Bientina, rappresenta un’importante testimonianza della antica vegetazione forestale riparia che circondava l’ex lago di Bientina, meritevole di conservazione: le Foreste alluvionali di Alnus glutinosa sono anche considerate un habitat prioritari dalla Direttiva Habitat della Comunità Europea.
Nome scientifico.Crategus monogyna Jacq. Famiglia: Rosaceae Descrizione e caratteristiche. Il biancospino comune si presenta generalmente come un arbusto denso e spinoso, di forma varabile e con accrescimento lento; più raramente assume forma arborea e talora raggiunge i 10 metri di altezza, con individui che datano anche i 3-4 secoli di vita: per questo motivo il biancospino di Bosco Tanali, che è un albero di notevoli dimensioni, è sicuramente un esemplare vetusto ed una presenza significativa all’interno dell’area. La corteccia è di colore grigio chiaro negli arbusti più giovani, per divenire più bruno-arrossata e scagliosa negli individui adulti arborei. I rami giovani sono generalmente glabri e di colore marrone-rossiccio. Il legno, a grana fine, è molto duro e compatto e si presta bene per piccole lavorazioni artigianali. Le foglie sono glabre ed hanno forma variabile con un picciolo scanalato piuttosto lungo; la lamina è incisa, almeno fino alla metà della nervatura centrale, in 3-7 lobi piuttosto profondi che presentano all’apice delle grossolane dentellature. Il colore della pagina superiore è verde più brillante rispetto a quello della pagina inferiore (più verde-grigio). I fiori, presenti da fine aprile-maggio, sono riuniti in infiorescenze sorrette da un peduncolo villoso (corimbi) che contengono 5-20 fiori. Ciascun fiore presenta 5 petali arrotondati, di colore bianco-rosato; gli stami sono in numero multiplo dei petali (10-15); l’ovario presenta un unico stilo, ed è questo il criterio di distinzione principale dagli altri biancospini (da cui il termine monogyna). I fiori, molto usati in tisane, hanno proprietà calmanti ed ipotensive. I frutti (che in realtà, come in molte Rosacee, sono dei falsi frutti prodotti dal ricettacolo) sono simili a piccole drupe ovali di colore rosso, con un unico seme centrale. La polpa del frutto è edule e si può utilizzare per farne gelatine e marmellate. Habitat. E’ una delle presenze più comuni ai margini dei boschi sub-mediterranei, dove compone piccole macchie e siepi in zone boscose periferiche e assolate. Predilige terreni calcarei ed è resistente anche a lunghi periodi siccitosi. E’ la specie di biancospino più diffusa in Europa.
Fusaggine o Berretta da prete o Evonimo Nome scientifico. Eunonymus europaeus L. Famiglia: Celastraceae Descrizione e caratteristiche. La fusaggine può crescere fino a 6 metri di altezza, diventando un piccolo alberello, ma più spesso si presenta come un arbusto cespuglioso, con numerosi rami , i più giovani dei quali hanno sezione quadrangolare.La corteccia è liscia e di colore opaco che va dal verde al grigio. Il legno è di colore chiaro e giallognolo, con sentore di mela. Duro e flessibile, veniva usato in passato con taglio longitudinale, soprattutto per la costruzione di piccoli oggetti artigianali di forma allungata (spiedini, stuzzicadenti), anche al tornio: con questa pianta si facevano anche i fusi per la filatura della lana (da cui probabilmente deriva il nome “fusaggine”).Le foglie, caduche, sono opposte di forma ellittica ed appuntita, con fine dentatura sul margine; sono picciolate e di colore verde scuro nella pagina superiore, più chiaro in quella inferiore. I fiori compaiono in primavera insieme alle foglie: sono ermafroditi su base 4 (tetrameri), con 4 sepali verdastri saldati tra loro (gamosepalo) e 4 petali allungati di colore bianco-verdastro. I fiori sono riuniti a gruppi di 3-8 in infiorescenze laterali. I frutti sono capsule carnose, dapprima verdi e poi rosa intenso (fino al rosso), con quattro lobi ben evidenti che ricordano nella forma la berretta cardinalizia (da cui il nome comune). Quando i lobi si aprono lasciano intravedere i semi ricoperti da un sottile involucro carnoso di colore arancio brillante. Tutta la pianta (frutti, semi, foglie e corteccia) E’ VELENOSA: contiene glucosidi che in dosi opportune hanno azione cardotonica, simile al digitale, ma l’ingestione di frutti e semi dà gravi effetti gastro intestinali (purgativi), con possibili eventi convulsivi, fino al rischio di esito letale. Solo gli uccelli riescono a nutrirsi dei semi della fusaggine: anzi è proprio grazie a merli, passeri, pettirossi ed altri Passeriformi che il seme – una volta transitato nel tubo digerente dell’animale – può germogliare. Habitat. E’ presente allo stato spontaneo nei boschi misti, e nelle siepi, associandosi a varie latifoglie arboree (querce, aceri) ed arbustive (sorbi, prugnoli, ecc..), dal livello del mare sino alla bassa montagna (800-1000 metri di altitudine.
Detto anche Avorniello o Frassino da Manna Nome scientifico.Fraxinus ornus L. subsp. ornus Famiglia: Oleaceae Descrizione e caratteristiche. L’orniello è il più piccolo tra i frassini ed ha l’aspetto di un alberello che raggiunge tutt’al più i 10-15 metri. Talvolta assume forma arbustiva, con presenza di numerosi rami basali che si dipartono dal tronco principale. La corteccia è di colore grigio chiaro, con macchie più scure e con gemme grigio-brune leggermente coperte da peluria. Il legno è di colore chiaro, leggermente rosato nella parte vitale esterna sottocorticale (alburno), grigio-chiaro nel duramen interno. E’ un legno resistente e molto flessibile (come tutti i frassini) e può essere impiegato per piccoli lavori artigianali, anche al tornio. Ha un elevato potere calorico ed è perciò anche un buon combustibile. Nelle regioni del Sud con estati secche prolungate (es. in Sicilia), si praticano incisioni sui tronchi degli ornielli di almeno 6-8 anni di età per estrarne la linfa che, rapprendendosi al sole forma la “manna”, una secrezione solida zuccherina ricca di mannitolo molto utilizzata come dolcificante (soprattutto per i diabetici) e come blando lassativo. Le foglie sono composte da 5-9 foglioline opposte ed impari (terminano con una fogliolina all’apice), di forma ovale ed appuntita, con una margine dentellato; sono picciolate e con disposizione opposta sul ramo. Il colore delle lamine fogliari è verde opaco, più chiaro nella pagina inferiore. I fiori sono ermafroditi, formati da 4 sepali laciniati e 4 petali bianchi e sottili. Compaiono in primavera insieme alle foglie e sono riuniti in ampie e ricche infiorescenze biancastre profumate. I frutti sono samare singole (con un unico seme), provvisti di un’unica ala sottile ed allungata per la disseminazione da parte del vento (anemocora) Habitat. E’ presente sia nei boschi sub mediterranei, associandosi al cerro, alla roverella e alla rovere, al sorbo, al ciavardello, ecc; ma è presente anche in ambiente mediterraneo (insieme al leccio e al corbezzolo, come sul Monte Pisano) e talora viene coltivato per estrarne la manna (come sulle Madonie, in Sicilia). Al Bosco Tanali si trova anche un esemplare di grandi dimensioni (70 cm di diametro alla base) .
Nome scientifico. Ilex aquifolium L. Famiglia: Aquifoliaceae Descrizione e caratteristiche. L’agrifoglio è un alberello sempreverde che può raggiungere i 10 metri di altezza, ma frequentemente assume aspetto arbustivo, con numerosi polloni basali.La corteccia del tronco è liscia e di colore verde-grigio, con i rami più giovani di colore verde. E’ un albero a crescita lenta, che può arrivare a diverse centinaia di anni di età; il legno è molto duro e compatto, di colore biancastro, ed è usato per lavori di ebanisteria ed intarsio. Le foglie, di forma all’incirca ovale, hanno colore verde lucido e sono completamente lisce e coriacee; hanno disposizione alterna e sono persistenti sull’albero per 2 o 3 anni. Caratteristico è il fenomeno della “eterofillia” : soprattutto le foglie più basse presentano il margine lobato ed ondulato, con 7-8 spine per lato (una risposta di difesa della pianta al morso degli erbivori); mentre le foglie dei rami superiori hanno spesso forma ovale più uniforme e sono prive di spinosità. L’agrifoglio è specie a sessi separati (dioica), con piante a fiori soltanto maschili e piante con fiori femminili. I fiori, piccoli e su base tetramera, si formano all’ascella delle foglie e presentano 4 petali bianchi saldati alla base.I frutti – presenti solo sugli individui femminili - sono drupe rotonde, dapprima verdi e poi, quando maturano nel periodo autunno-invernale, di un bel colore rosso vivo che risalta sul verde delle foglie. Le drupe dell’agrifoglio sono tossiche per ingestione e possono provocare vomito e diarrea; sono tuttavia appetite dagli uccelli come i merli e i tordi, che se ne nutrono senza problemi, contribuendo alla disseminazione della specie. Habitat. L’agrifoglio è una pianta di clima suboceanico-atlantico e in Italia rappresenta probabilmente un relitto di quella flora a “laurifille” (che comprende anche il tasso, l’alloro, l’ippocastano, il cipresso) che copriva buona parte della Europa Meridionale durante l’Era Terziaria (da 20 a 5 milioni di anni fa) e che è sopravvissuta alle glaciazioni quaternarie. In molte regioni (Toscana compresa) l’agrifoglio è specie protetta ed il taglio degli alberi è vietato, soprattutto per evitare l’eccessivo prelievo dei rami con i frutti durante il periodo natalizio.Al Bosco Tanali l’agrifoglio fa parte di quel gruppo di piante che segnano la continuità col sovrastante Monte Pisano (dove è frequente) e sono presenti esemplari alti fino ai 10 metri.
Alloro o Lauro Nome scientifico. Laurus nobilis L. Famiglia: Lauraceae Descrizione e caratteristiche. Con l’aspetto di un arbusto denso o di un alberello sempreverde alto sino a 15-20 metri, l’alloro è una presenza abbastanza comune nelle siepi o al margine dei boschi, ma è anche ampiamente coltivato nei giardini come specie da bordura.La corteccia è di colore bruno sul tronco e sui rami più vecchi, mentre è verde scuro e liscia sui rami più giovani . L’alloro cresce abbastanza lentamente (solo i polloni verticali hanno crescita più rapida), soprattutto nello spessore del legno che è di colore biancastro e di media durezza; ; la sua età può arrivare al massimo ad un centinaio di anni.Le foglie, di forma ovale-lanceolata con breve picciolo arrossato ed apice acuto, hanno disposizione generalmente alterna o verticillata e sono persistenti sull’albero per diversi anni. Hanno aspetto liscio e coriaceo, colore verde lucido nella pagina superiore e verde opaco nella pagina inferiore, con margine intero appena ondulato ed emanano un intenso profumo aromatico. L’alloro è specie a sessi separati (dioica), con piante a fiori soltanto maschili e piante con fiori femminili. I fiori, organizzati su base 4 (tetrameri), vanno dal bianco al giallo chiaro e sono riuniti a gruppi di 4-5 per volta all’ascella delle foglie.I frutti – presenti solo sugli individui femminili - sono drupe ovali di colore nero-lucido, con un solo seme, che maturano in autunno (ottobre-novembre) e si mantengono sulla pianta durante tutto il periodo invernale.Sia le foglie che le drupe trovano impiego in cucina ed in erboristeria e cosmesi; l’alloro ha proprietà digestive e viene usato come aromatizzante per la marinatura di carni, formaggi e salumi. Habitat. L’alloro, originario del bacino est del Mediterraneo, è specie mesotermica di clima caldo umido; allo stato spontaneo era probabilmente presente nelle isole maggiori (Sicilia e Sardegna), ma è stato introdotto e coltivato dall’antichità e si è irradiato e naturalizzato in tutta lItalia, soprattutto nella regione peninsulare mediterranea.Al Bosco Tanali l’alloro è presente e naturalizzato nel bosco misto mesofilo.
Nome scientifico. Sambucus nigra L. Famiglia: Viburnaceae Descrizione e caratteristiche. Il sambuco è un piccolo alberello con chioma folta, alto fino a una decina di metri, ma più comunemente assume l’aspetto di un arbusto, con crescita piuttosto rapida. Ha tronchi spesso curvati e sinuosi che tendono a biforcarsi, con corteccia bruno-marrone fortemente solcata nei rami più grandi e grigio chiaro con evidenti lenticelle nei rami più giovani.Una caratteristica del legno del sambuco è la presenza di un midollo chiaro che talora degenera, lasciando un canale centrale vuoto: per questo veniva usato, nei giochi dei bambini, per farne zufoli, fischietti o cerbottane e probabilmente proprio da questa possibilità di svuotare il midollo per farne strumenti a fiato deriva il termine “sambuco”.Le foglie sono composte, impari-pennate, con un sottile picciolo e una lamina formata da 2-3 coppie di foglioline opposte ovali-allungate, più una terminale all’apice; le unità fogliari hanno apice aguzzo, presentano margine dentato e hanno colore verde vivace, con le nervature evidenti.I fiori sono ermafroditi su base 5 (pentameri), rotondeggianti, con petali sub-ovali di colore bianco-avorio. Sono riuniti in gran numero in vistose infiorescenze ad ombrella che possono raggiungere i 20 cm di diametro. I frutti, anch’essi riuniti in infruttescenze pendule portate da peduncoli arrossati, sono piccole drupe inizialmente di colore verde, poi rosso e infine, a maturità, nero-violacee.Il sambuco è pianta medicinale che contiene principi attivi con attività diaforetica e depurativa (sia la corteccia che le foglie). Alcune parti della pianta sono commestibili, ma solo previa cottura: i fiori si possono consumare fritti in pastella e con i frutti (solo ben maturi!) si possono fare marmellate e gelatine. Habitat. Pianta rustica e vitale, il sambuco tende a colonizzare ai bordi dei boschi, nelle radure, anche su terreno meso-igrofilo o su zone scoscese come gli argini e le scarpate (tra l’altro, con le radici abbastanza superficiali, tende a trattenere e consolidare il suolo). Al Bosco Tanali è presente nelle aree mesoigrofile sotto il Monte Pisano, ma riesce a insediarsi anche nei terreni più umidi, ai bordi delle ontanete.
Robinia o Cascia o Acacia falsa Nome scientifico. Robinia psedacacia L. Famiglia: Fabaceae Descrizione e caratteristiche. Albero eretto e spinoso, alto fino a 25 metri , ma con forte tendenza a cacciare polloni basali ed assumere aspetto arbustivo, soprattutto a seguito di ceduazione. E’ una pianta a crescita rapida che, in poche decine anni, può attivare a 15 -20 metri di altezza, ma non è molto longeva: vive al massimo 100- 150 anni. La corteccia è di colore grigio-bruno e, negli alberi adulti, molto rugosa e fessurata. Il suo legno èdi colore scuro-tannico, è piuttosto resistente alle intemperie ed è particolarmente adatto a farne palificazioni e mobilio da esterno.Le foglie, picciolate, sono impari-pennate composte, con 3-10 paia di foglioline ovali di color verde chiaro, prive di peli e a margine intero. Alla base del picciolo la piante, al posto delle stipole, produce coppie di robuste spine, cosicché l'albero, per tutta la lunghezza dei rami, risulta spinoso e ben protetto anche dal morso degli animali.I fiori, di colore bianco o leggermente rosato, sono riuniti in grappoli penduli e profumati. Hanno forma papilionacea, sono ermafroditi e sono ricchi di nettare (tanto che la Robinia è un’ottima pianta mellifera).I frutti sono legumi che spesso rimangono sulla pianta anche durante l’inverno; inizialmente sono verdi e a maturità diventano bruno-rossicci e si aprono lasciando cadere i 5-10 semi in essi contenuti. Habitat. Originaria dell’America Settentrionale, è stata introdotta in Europa nel 1601, a Parigi, da Jean Robin (giardiniere del Re di Francia, da cui il nome del genere) ed è arrivata in Italia all’Orto Botanico di Padova nel 1602. E’ una specie estremamente rustica e adattabile, anche per la presenza (come in molte Leguminose) di batteri azoto-fissatori che arricchiscono il terreno su cui vegetano. Grazie all’ampio apparato radicale, la Robinia vive bene su suoli asciutti e drenati, anche in pendenza, tanto che è stata largamente impiegata per consolidare argini e versanti franosi; inoltre, con i numerosi polloni, tende a colonizzare i boschi, tanto da risultare invasiva e sostituire la vegetazione autoctona.
Nome scientifico. Corylus avellana L. Famiglia: Betulaceae Descrizione e caratteristiche. Alto al massimo 3-5 metri, il nocciolo si presenta come un arbusto con una fitta serie di rami un po’ incurvati che, partendo dal terreno, si portano verso l’alto formando una folta chioma.La corteccia dei rami giovani è color giallo-marrone, rivestita di peluria, con gemme ellittico-rotondeggianti; i tronchi più grandi sono invece bruni, talora screpolati e con la presenza di lenticelle.Le foglie hanno forma arrotondata, con apice allungato e margine dentato su entrambi i lati; la lamina è color verde vivo nella pagina superiore, più opaca nella pagina inferiore, con nervature evidenti che sporgono soprattutto nella pagina inferiore (che appare anche più scabra al tatto). Il picciolo fogliare è tomentoso.La pianta è monoica, ovvero porta sullo stesso individuo fiori unisessuali maschili e fiori unisessuali femminili. I fiori maschili sono amenti penduli che, maturando, vanno dal verde fino al giallo-ocra; i fiori femminili sono riuniti a 3-4 per volte, più piccoli a forma di gemma, con un ciuffo di stimmi rossi che fuoriescono dall’apice del fiore.I frutti sono le le conosciutissime “nocciole”. Sono avvolte da brattee verdi increspate, presentano un pericarpo legnoso, dapprima verde, che diviene marrone all’inizio dell’autunno (al momento della maturazione) e contengono un unico seme commestibile. Habitat. Il nocciolo è una specie adattabile, che vive bene dalla pianura alla montagna, sia associata nel sottobosco di aghifoglie e latifoglie, sia come specie rustica che tende a insediarsi su terreni incolti e marginali.La specie, con le sue varietà produttive, è anche ampiamente coltivata per la produzione dei frutti, richiestissimi dall’industria dolciaria; del resto anche il termine “avellana” deriva da Avella, un paese dell’Irpinia in cui sin da epoche remote si coltivano i noccioli.
Leccio o Elce Nome scientifico. Quercus ilex L. Famiglia: Fagaceae D escrizione e caratteristiche. Il leccio è una quercia sempreverde piuttosto diffusa; uno degli elementi più tipici delle foreste mediterranee. Ha l’habitus di un albero di medie dimensioni, che può raggiungere i 25 metri di altezza, con una grande chioma verde intenso; può vivere fino a 1000 anni di età. La corteccia è grigio-chiara negli esemplari giovani, ma col passare del tempo diventa bruno-scura e scagliosa. Il legno è molto duro e resistente, ha accrescimento lento e si presta bene per piccole lavorazioni artigianali (strumenti in legno, pezzi soggetti ad usura). E’ un buon combustibile perché brucia lentamente ed è stato per secoli (fino alla fine dell’800) il legname più usato per costruire le “carbonaie” nelle macchie mediterranee della Maremma Toscana e Laziale. Le foglie sono coriacee, ellittiche, con margine leggermente ondulato o dentato. Nelle piante di età avanzata sono lisce e lucide, di colore verde scuro nella pagina superiore; più chiare e rivestite di peluria nella pagina inferiore. Nei rami più giovani sono invece verde più chiaro-lucido e talora meno coriacee; talora, nei giovani polloni, le foglie sono spinose. Ogni foglia si mantiene generalmente sulla pianta almeno 2-3 anni prima di cadere per il rinnovo. L’albero fiorisce di solito da aprile a giugno ed i fiori sono riuniti in infiorescenze ad amento; quelle maschili sono coperte di peluria e si trovano alla base dei rami di nuova produzione; quelle femminili sono composte da 6-8 fiori. I frutti (ghiande) hanno forma ovale, riunite a gruppi di 2-5 su peduncolo di 1 -1,5 cm. Le cupole delle ghiande sono grigie e squamose, leggermente pelose, e coprono circa 1/3 della lunghezza della ghianda. Maturano da fine estate ad autunno. Habitat. E’ una delle componenti più tipiche della macchia mediterranea: la sua presenza in un bosco meso-igrofilo come quello di Tanali è perciò abbastanza eccezionale, soprattutto in considerazione che si tratta di un esemplare di grandi dimensioni, sicuramente di età superiore ai 100 anni.
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