Nuovo percorso: Bosco Tanali – Monte Pisano

Passeggiata di presentazione del Percorso Bosco Tanali-Monte Pisano (prenotazione obbligatoria)

Domenica 13 Giugno si terrà una passeggiata di presentazione del Percorso Bosco Tanali-Monte Pisano: Caccialupi – Dogana di Tiglio – Monte Pisano

Il Sentiero, realizzato dal Comune di Bientina insieme a Regione Toscana, Comune di Buti e Comune di Capannori, Legambiente Valdera e Club Alpino Italiano sez. Pontedera, è un itinerario di raccordo fra i sentieri della Riserva Naturale di Bosco Tanali e la rete sentieristica del Monte Pisano.
Partendo da Caccialupi, si risale il corso di uno degli affluenti della Riserva per ammirare il Padule di Bientina dall’alto, visitando il borgo di Castelvecchio di Compito, suggestivo insediamento di origine medievale. Il ritorno è su sentiero non segnato, percorrendo un anello.

Evento gratuito, prenotazione obbligatoria:
Legambiente Valdera
☎️ 3386716062
☎️ 3280873420

Informazioni:
👉 Dislivello: 200 metri in salita e altrettanti in discesa
👉 Lunghezza: circa 6 km
👉 Difficoltà: E (percorso Escursionistico)
👉 Durata: solo mattina, con rientro alle auto entro le ore 13
👉 Ritrovo: ore 9 parcheggio del campo sportivo di Castelvecchio vicino a Caccialupi, in via della Dogana (SP54); parcheggiare ai lati della strada
👉 Cani: è possibile portarli, tenendoli al guinzaglio per tutto il percorso
👉 Abbigliamento: evitare pantaloni di felpa, consigliati tessuti tecnici o jeans; vestirsi a strati per potersi adeguare alle variazioni di temperatura; scarponi da trekking, acqua, snack, giubbotto leggero o k-way. Repellente per insetti.
Link evento: https://fb.me/e/1kEvWzqkS

Apuane: CAI e Legambiente contro il nuovo piano estrattivo alle Cervaiole

Legambiente Toscana e il Gruppo Regionale Toscana del Club Alpino Italiano esprimono congiuntamente la più viva preoccupazione per il nuovo piano estrattivo decennale presentato dalla ditta Henraux S.p.A. per le cave situate nella zona delle Cervaiole e hanno presentato osservazioni formali per sottolineare le forti criticità del progetto. Pur comprendendo gli aspetti economici e occupazionali legati all’attività dell’azienda, non si può fare a meno di rimarcare quanto l’intera area, ben visibile dal litorale come da gran parte della Versilia più interna, sia già stata abbondantemente deturpata con tanto di alterazione del profilo montano, culminata nella distruzione del Picco di Falcovaia.

Nel caso venisse approvato, il nuovo piano prevederebbe l’estrazione di ben 550 mila metri cubi in dieci anni ma in realtà una quantità complessiva ben superiore, considerando scarti e lavori di allestimento dei nuovi piazzali. Ciò finirà per dare a questo tratto del crinale spartiacque principale delle Alpi Apuane un aspetto simile a quello dei monti del distretto estrattivo di Carrara, causando un danno d’immagine non indifferente per la stessa Regione, oltre ai danni materiali di chi ha investito in attività ricettive e turistiche. Infatti, l’eventuale ampliamento dell’attività di cava alle Cervaiole, che oltretutto appare inopportuno anche per la presenza di aree di uso civico escluse dalla disponibilità dell’Henraux da una sentenza del luglio 2020, darebbe un nuovo duro colpo al turismo montano e all’escursionismo, ben radicati in tutte le Apuane.

Il CAI ha investito molto sia attraverso la realizzazione della variante apuana al Sentiero Italia che con la realizzazione di un impianto di monorotaia e la completa ristrutturazione del Rifugio Adelmo Puliti, uno dei posti tappa previsti, situato a breve distanza dall’area marmifera in questione e raggiunto dal sentiero 31 che proprio le cave delle Cervaiole hanno interrotto da ormai 20 anni e che verrebbe definitivamente cancellato con l’apertura dei nuovi fronti estrattivi. Un percorso che, oltre a essere il collegamento storico tra le frazioni di Azzano e Arni, offrirebbe la possibilità di innestarsi nel Sentiero Italia nel punto più prossimo alla Versilia litoranea e anche per questo andrebbe finalmente ripristinato.

Viceversa, continuare a considerare l’economia del marmo come qualcosa d’insindacabile al di là di ogni possibile conflitto d’interessi dimostrerebbe ancora una volta una miopia nei confronti di un futuro che prima o poi presenterà il conto. Ad essere preoccupate non sono soltanto le associazioni. Non a caso lo scrittore Paolo Cognetti, autore tra l’altro del best seller Le otto montagne, Premio Strega nel 2017, giudica l’eventuale approvazione del nuovo piano come “una scelta folle, cieca anche economicamente, perché si prediligerebbe il piccolo profitto immediato all’enorme profitto futuro di avere un paesaggio sano, integro, che sarà la più grande ricchezza per le generazioni a venire”, dicendosi nel complesso “davvero sconsolato, oltre che arrabbiato, per la situazione delle Apuane che seguo con attenzione”. Soprattutto “in un momento critico come questo, un momento in cui si vede davvero di che pasta siamo fatti, e qual è il nostro coraggio”, conclude Cognetti, “noi dobbiamo pensare a quegli uomini e a quelle donne, e chiederci come si ricorderanno di noi. Come quelli che gli hanno lasciato delle montagne sventrate e distrutte o dei boschi, dei pascoli, dei parchi, un patrimonio di cui loro stessi potranno vivere, e l’insegnamento di proteggerlo e custodirlo? Pensate a come volete essere ricordati”.

Uffici Stampa di CAI e Legambiente

Cava delle Cervaiole

Modulo per la presentazione delle osservazioni relative ai progetti sottoposti a procedimenti in materia di VIA, di competenza regionale

Alla REGIONE TOSCANA
Direzione Ambiente ed Energia
Settore Valutazione Impatto Ambientale
Valutazione Ambientale Strategica
Opere Pubbliche di Interesse Strategico Regionale

Il Sottoscritto Fausto Ferruzza,
non in proprio bensì in qualità di Presidente di Legambiente Toscana
PRESENTA
ai sensi del D.Lgs.152/2006, le seguenti osservazioni al progetto sotto indicato:
OSSERVAZIONI relative all’ampliamento della Cava delle Cervaiole nel comune di Seravezza (LU)


In relazione al progetto di ampliamento della cava delle Cervaiole presentato dalla Società Henraux Spa con sede in Via Deposito n. 269 a Querceta di Seravezza (LU), progetto che prevede l’escavazione, in 10 anni, di ulteriori 700.000 metri cubi di inerti in una delle aree a più elevato impatto dell’attività estrattiva di tutto il comprensorio delle Apuane, la scrivente associazione osserva che:


• L’ulteriore escavazione, per una quantità assai rilevante di materiali rispetto all’area individuata, di un sito in cui l’attività estrattiva ha già modificato in maniera irreparabile il Picco di Falcovaia, “capitozzando” il profilo della vetta, appare del tutto inaccettabile sia per l’impatto paesaggistico che per quello ambientale. Verrebbe eliminata un’ulteriore porzione della montagna alterandone ancora e in maniera irrimediabile il profilo; la produzione di polveri, detriti, danni ai corpi idrici e al sistema carsico verrebbero enormemente amplificate.
• L’ampliamento dell’attività estrattiva nel sito in oggetto appare inopportuno anche per la presenza di aree ad uso civico che non sembra siano nella disponibilità della società proponente (sentenza del Commissario degli Usi Civici 39 n. 353 8 luglio 2020): infatti i beni di uso civico (L. 168/2017 art. 3 c. 6) sono soggetti a vincolo paesaggistico e in essi l’attività estrattiva non è permessa. Ricordiamo che la Regione Toscana ha finora omesso di attivare l’immissione in possesso dei beni individuati dalla citata sentenza.
• L’eventuale approvazione da parte della Regione Toscana del progetto di ampliamento della cava, potrebbe costituire il presupposto di future azioni risarcitorie da parte della società proponente, vanificando di fatto gli effetti della sentenza del Commissario degli Usi civici e ponendo una pesante ipoteca sul secondo grado del procedimento.
• Gli impegni presi negli anni dalla Società proponente, anche attraverso la sottoscrizione di specifici protocolli con le amministrazioni competenti, non sembrano aver prodotto risultati verificabili.
Riteniamo che nell’area, per la devastazione che ha subito, siano accettabili semmai solo interventi di ripristino e riduzione del danno e non certo attività che amplificheranno tutti gli effetti negativi dell’attività estrattiva già in essere.

Per queste ragioni, richiediamo che il progetto di ampliamento in esame non venga approvato, e che si apra una interlocuzione con la Società proponente per una progressiva dismissione dell’attività estrattiva, individuando gli interventi più idonei a ripristinare per quanto possibile uno stato dei luoghi che consenta la ripresa di una naturalità diffusa.

Richiediamo inoltre, che qualsiasi provvedimento della Regione dia in ogni caso piena attuazione al dispositivo della sentenza del Commissario degli Usi Civici e all’eventuale sentenza di appello.
Riguardo agli assetti occupazionali, riteniamo peraltro si debbano intraprendere attività di riconversione e ricollocazione dei dipendenti, anche attraverso progetti che intercettino le opportunità offerte dai fondi per la ripresa dalla pandemia o altre progettualità che prevedano il ripristino dello stato dei luoghi oggetto di escavazione, e delle aree vicine che hanno subito pesanti conseguenze dell’attività estrattiva, come la Valle del Serra o il Canale del Giardino, nel quale è necessaria almeno la messa in sicurezza dell’enorme ravaneto che cade in esso dalle Cervaiole.


Firenze, lì 26 maggio 2021


Il Sottoscritto dichiara di essere consapevole che, ai sensi dell’art. 24, comma 7, e dell’art.19, comma 13, del D.Lgs. 152/2006, le presenti osservazioni e gli eventuali allegati tecnici saranno pubblicati sul sito web della Regione Toscana all’indirizzo: http://www.regione.toscana.it/via .